Abbazia di San Gallo

Titolo: Pianta di San Gallo
Autore: Ignoto
Data: 820 circa
Supporto: Pergamena
Dimensioni: 113x78 cm
Ubicazione: Abbazia di San Gallo
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L'intramontabile valore della Pianta di San Gallo è indiscutibile, tanto che ancora oggi è perenne oggetto di studio e ricerca.
Storici dell'Architettura come Ernest Born hanno pubblicato disegni che mostrano come sarebbe stato il monastero se fosse stato costruito: stile romanico dell'epoca, con spessi muri di pietra, piccole finestre, archi a tutto sesto e torri circolari con tetti conici, interni semplici con colonne tipiche del periodo sormontate da capitelli decorati.
Inoltre nel secolo XXI la famosa pianta potrebbe davvero vedere luce: non in Svizzera ma a Messkirch, nel land del Baden-Wurttember, nella Germania sudoccidentale. E' infatti in itinere Campus Galli, il progetto di un monastero sulla base della Pianta di San Gallo, da costruire con i materiali e le tecniche disponibi nel secolo IX. E' un progetto a lungo termine che dipende dalle entrate portate dai turisti. È anche un affascinante esempio di archeologia sperimentale, che esplora le tecniche di costruzioni medievali e racconta le difficoltà incontrate all'epoca.
Il progetto
I monaci medievali erano al completo servizio di Dio e la loro vita cercava di rispecchiare (perlomeno in teoria e spesso in pratica) i loro principi. La Pianta di San Gallo è la trasfigurazione architettonica di questi ideali.
Questo sorprendente manoscritto del secolo IX è di notevoli dimensioni: cinque pezzi di pergamena meticolosamente cuciti assieme, che rivelano la pianta di un grande e ben attrezzato monastero benedettino, con la chiesa e tutti gli edifici secondari - dormitori, botteghe, cucine, infermeria, stalle e così via - necessari per sostenere una comunità autonoma composta da un massimo di centodieci monaci, più di cento lavoratori e i loro ospiti.
Lo scriba che lo disegnò pare aver pensato a tutto, compresi gli edifici dedicati alle attività per la tenuta dell'abbazia come le officine degli artigiani. Brevi annotazioni sulla pianta identificano questi edifici, così come le aree esterne adibite a giardino e frutteto. Tutto è calcolato con grande precisione e organizzato in file ordinate: la residenza dell'abate è collegata alla chiesa tramite un passaggio; gli alloggi dei servi sono convenientemente vicini alle officine e ai fabbricati agricoli, e ben distanti dalla casa dell'abate; in alcune parti del monastero è previsto un sistema di riscaldamento sotto il pavimento simile all'ipocausto romano e ci sono molti bagni nelle aree più periferiche per agevolare lo smaltimento dei rifiuti.
Questo è l'unico grande disegno architettonico esistente del periodo compreso tra la fine dell'Impero romano d'occidente, nel V secolo, e il 1250.
La pianta fu disegnata in Austria, nel monastero di Reichenau, e tra l'816 e l'836 fu inviata dall'abate di Reichenau a Gozberto, l'abate di San Gallo, che stava progettando di ristrutturare il suo monastero. Per quanto ne sappiamo, da allora il documento è rimasto sempre a San Gallo.
La Pianta di San Gallo resta comunque esemplare, sia per la completezza delle strutture sia perchè accoglie le più progressiste concezioni monastiche dei tempi, quelle riforme che la Chiesa stava introducendo e che prevedevano, per esempio, che gli alloggi per i lavoratori laici fossero all'interno del complesso monastico e non all'esterno. Si tratta di un progetto dettagliato, pensato senza dubbio per rispecchiare l'ordine della regola benedettina secondo la quale vivevano i monaci. Questo documento rappresenta così la tradizione ideale di uno stile di vita molto disciplinato in ogni aspetto.
Attualità
Antagonisti dell'ambizioso progetto furono i limiti di denaro, spazio e volontà, e forse, come molti studiosi ritengono, si trattava solo di un progetto di un monastero ideale. La pergamena reca infatti una dedica all'abate Gozberto, e da questa si deduce che il progetto dovesse essere occasione di riflessione e di studio più che un progetto realistico di nuovi edifici:"Per te, Gozberto, dolce figlio mio, ho disegnato questo progetto degli edifici monastici, accompagnato da brevi annotazioni, perchè tu possa aguzzare il tuo ingegno e riconoscere la mia devozione".
Oggi, a San Gallo sorge un complesso iniziato nel XVIII secolo su edifici fondati nel 612 e completato solo nel 1772.
La biblioteca dell'abbazia è un sito bene noto, considerata una delle più ricche di tutto il Medioevo. La libreria contiene il Codex Abrogans uno dei più antichi testi in lingua tedesca esistente risalente all'VIII secolo e generalmente attribuito a Arbeo di Frisinga, vescovo e letterato austriaco dell'epoca. È presente inoltre il cartiglio della Pianta di San Gallo.
La biblioteca e l'intera abbazia di San Gallo sono state tra le fonti cui Umberto Eco ha attinto per immaginare il monastero in cui è ambientato il romanzo Il nome della rosa.
Va poi ricordato che in tale abbazia, nel 1417, Poggio Bracciolini scoprì il manoscritto del De Rerum Natura di Lucrezio.
Nel 1983 il convento di San Gallo venne inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni dell'umanità come "perfetto esempio di grande monastero Carolingio".